La presenza di un edificio nobile di proprietà d’Adda risale all’inizio del XVIII secolo. La villa, con pianta a “U” e facciata rivolta al paese, si trovava dove ora vi è la sede del Comune. Questo primo palazzo rimase immutato fino agli interventi dell’architetto Balzaretto fra il 1850 e il 1855, quando abbattuto il corpo centrale, si fece spazio alla cancellata panoramica dell’ingresso padronale. La portineria occupava la palazzina di destra mentre a sinistra veniva “inserita” la cappella inaugurata nel 1853. I due corpi più antichi mantennero l’apertura centrale a serliana, soffitti incannucciati o con mattoni a vista e altri dettagli settecenteschi. Attualmente sono adibiti ad uffici comunali.
La residenza del nobile Abate Ferdinando d’Adda situata sulla collina, denominata “la Montagnola”, venne realizzata nella seconda metà del 1750. La planimetria presentava un corpo centrale su tre piani e due ali laterali su un unico livello.
Passata in eredità da Febo d’Adda, marchese di Pandino, al suo secondogenito Giovanni, la Montagnola sarà oggetto di trasformazioni con gli interventi del Balzaretto tra il 1845 e il 1855. Egli, sistemati i giardini e il parco, modificò la villa con l’apertura di un ingresso verso il paese, coperto da un loggiato, e chiuse con vetrate il portico a tre campate che dà verso il parco.
Pianta del parco e del complesso Borromeo d’Adda
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- Villa Borromeo
- Le scuderie
- Cappella Vela
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Degli abbellimenti nelle sale rimangono delle tracce a cui si sovrappongono i successivi restauri voluti da Emanuele d’Adda, unico erede di Giovanni, che commissionò all’architetto Alemagna. La facciata sud della Montagnola si ingentilì con l’aggiunta di un balcone decorato con balaustre in pietra, posizionato sopra la loggia del corpo centrale. Vennero aggiunti anche dei profili con elementi a conchiglia, cancelletti e balconcini in leggiadro ferro battuto. Il rifacimento e l’innalzamento di parte dei corpi laterali resero la villa sempre più decorata secondo il gusto barocchetto-rococò dell’epoca. Inoltre venne creato il parterre davanti alla facciata nord, con fiori e aiuole di bosso, delimitato da un’elegante ringhiera. Alemagna inserì anche lo scalone di accesso al piano delle camere e avanzò il pian terreno realizzando un luminoso salone dagli angoli arrotondati. In più l’architetto dotò la villa di un innovativo impianto di riscaldamento ad aria calda ancora oggi conservato nel seminterrato dove si trovano le caldaie.
Nel 1908 si edificò portineria laterale detta “il Ravanello”.
Il complesso d’Adda nel 1911 passò in eredità ai Borromeo che ne fruirono fino agli anni ottanta quando la proprietà venne acquistata dal Comune di Arcore.