Le nuove scuderie, realizzate tra il 1894 il 1895, furono opera dell’architetto Alemagna che operò con un occhio alla bellezza e l’altro alla funzionalità dell’ambiente.
“Pavimentazioni non sdrucciolevoli, griglie scorrevoli… congegni speciali per le aperture a ribalta dei vetri…mangiatoie in ghisa smaltata…” (da Edilizia Moderna, Anno VII. Fasc. III, Mi 1898).
Il fabbricato si sviluppa su due piani, occupa circa 1120 mq di superficie e supera i 10 metri di altezza al colmo.
Intorno all’ampio cortile centrale interno sono disposti spazi, in origine adibiti a locali di servizio. Le rimesse per le carrozze e i calessi attestano i costumi e lo stile di vita dei marchesi d’Adda che, come afferma M. Rosa ne “I Marchesi D’Adda e la villa di Arcore”, frequentavano il re Umberto I e la regina Margherita con la nobiltà del territorio.
Il cortile interno offre una luminosità unica nel suo genere grazie ad una copertura innovativa in ferro e vetro appoggiata su quattro colonne cave in ghisa, poste agli angoli, che contengono i pluviali di raccolta delle acque piovane.
Al primo piano, oltre agli alloggi per gli stallieri, un intero lato era adibito a fienile (oggi accoglie la sala conferenze).
Al piano terreno, oltre alle poste per i cavalli, nei locali di servizio si trovavano i depositi per selle e finimenti e gli spazi per la ferratura.
La facciata principale presenta un ampio portale d’ingresso affiancato da eleganti lesene e un doppio ordine di finestre con cornici in pietra di Carona, rimarcate da modanature bianche in intonaco a rilievo.
Nel 2007 le scuderie recuperate sono state riaperte al pubblico per eventi espositivi e dal 2010 accolgono anche il Corso di Restauro dell’Accademia di Brera.