“A quattro miglia a Nord della Città di Monza a piè delle prime collinette della amena Brianza, sorge il villaggio di Arcore. […] Sulla cima della sua collinetta, quasi Signora delle sottoposte terre, s’innalza la villa della famiglia patrizia Milanese d’Adda, semplice ed elegante, la quale bellamente spicca tra le folte e verdi piante del parco, che la ricinge alle falde e in alto.” (Tratto dall’illustrazione della Cappella annessa alla Villa dei Marchesi d’Adda Arcore – Cenno storico).
Carlo Bossoli, Veduta di Villa Borromeo d’Adda (particolare), olio su tela, 1846.
La villa, detta “la Montagnola”, deve il suo assetto attuale a una serie di interventi, di trasformazioni e ampliamenti avvenuti nel corso dell’800.
Commissionato nel 1750 dall’abate Ferdinando d’Adda come residenza personale, l’edificio risultava molto chiuso verso l’esterno, con l’ingresso sul fronte nord dove si apriva un portico a tre arcate.
Un primo intervento sulla villa venne effettuato negli anni Quaranta dell’800 per volere di Giovanni d’Adda, che incaricò dei lavori l’architetto Giuseppe Balzaretto. Di questi lavori non rimane traccia a causa del successivo intervento dell’architetto Emilio Alemagna. Egli, chiamato da Emanuele d’Adda nella seconda metà dell’800, ampliò la villa e la rivisitò nello stile definito “barocchetto lombardo o teresiano”, visibile ancora oggi.
La villa si sviluppa su cinque livelli: interrato, rialzato, primo ammezzato, primo piano e secondo ammezzato, per una superficie totale di 2978 mq suddivisi in 113 ambienti.
IL RESTAURO
Nel 2016 è stato avviato il progetto di recupero della villa, che versava in un grave stato di degrado.
La salvaguardia dell’edificio ha richiesto un intervento molto ampio atto a restituire l’antica armonia compositiva dell’edificio.
L’attuazione del restauro ha preso in considerazione l’intero edificio, sia esterno che interno, per restituirlo come bene comune di cui poter nuovamente usufruire.
Particolare attenzione è stata posta “al mantenimento dei principi fondamentali di compatibilità, riconoscibilità, reversibilità e minimo intervento, conservando la specificità della villa nel contesto paesaggistico e storico”, pertanto i lavori non ne hanno alterato l’impianto architettonico e decorativo.
Per quanto concerne la decorazione presente negli ambienti del piano rialzato i lavori non ne hanno alterato l’insieme, riuscendo a restituirne l’unità in quanto parte integrante dell’architettura.
Per gli ambienti degli altri piani, che non presentavano particolari decorativi rilevanti, è stata considerata la nuova destinazione d’uso ad uffici, operando una scelta dei materiali di finitura che non si è discostata sostanzialmente da quelli utilizzati in origine.
Il piano seminterrato, originariamente adibito a cucine e locali di servizio, oggi è destinato a spazio espositivo.
L’attuale destinazione d’uso della maggior parte degli spazi ha richiesto l’introduzione di nuovi accessi e di un altro corpo scala.
IL GRANDE SALONE
Il grande salone ad angoli arrotondati che si affaccia sul parco è stato realizzato dell’architetto Emilio Alemagna. Il suo progetto era quello di aprire la villa alla natura dotando il salone di grandi vetrate che danno la sensazione di essere immersi nel parco. Il tutto è accentuato dal sistema a scomparsa nel pavimento delle serrande esterne, che amplifica la percezione dello spazio.
I sovrapporta sono ornati da stemmi in stucco sormontati da una corona dorata.
La volta è decorata con stucchi elaborati che terminano incorniciando il soffitto in tre riquadri: quello centrale che raffigura un cielo dipinto e i da due bassorilievi laterali che raffigurano architetture fantastiche.
All’inizio dell’intervento di restauro, la sala si presentava come una delle zone della villa maggiormente compromesse. Le grandi mancanze hanno portato alla scelta di un restauro di tipo conservativo, volto a ricreare l’impianto architettonico della sala senza la ricostruzione della decorazione in stucco a rilievo attraverso calchi. Ciononostante, si è potuto ricucire la struttura decorativa della stanza, rendendo visibili le integrazioni effettuate e restituire la lettura della decorazione originale.
LO SCALONE
Il vano della scala che porta al primo piano si sviluppa fino al sottotetto.
Lo scalone a sbalzo è composto da due gradini in marmo, posizionati alla base, e dal resto della scalinata in legno di quercia. Anche la pavimentazione del ballatoio e dei pianerottoli è stata realizzata in quercia, con inserti in ebano e ciliegio.
Tre grandi finestroni danno luce al vano e riportano, serigrafati, lo stemma ed il motto della famiglia d’Adda: “con limpidezza”.
Il lampadario al centro del soffitto, la lanterna all’inizio della scala e la balaustra sono stati disegnati dall’architetto Alemagna.
LA BIBLIOTECA
La sala, di ampie dimensioni, è caratterizzata dal pavimento ligneo lastronato di noce e acero e dal soffitto a cassettoni in legno con decorazioni dipinte.
Lungo le pareti, incassate nella muratura, sono collocate librerie di colore grigio con profili in azzurro a smalto.
L’INGRESSO MONUMENTALE
L’ingresso principale è un ambiente di ampie dimensioni contraddistinto dal pavimento di marmo grigio e nero a scacchi.
Le pareti e il soffitto a volta ribassata sono decorati con dipinti murali raffiguranti architetture e riquadri in finto marmo.
Sulla volta le finte architetture si aprono verso l’alto e lasciano vedere un bellissimo cielo nel momento dell’aurora.
I sovrapporta riportano gli stemmi gentilizi delle famiglie Isimbardi, Trotti Bentivoglio e Litta Visconti Arese.
SALA DEGLI STUCCHI
L’ambiente è il risultato dell’unione di due sale preesistenti, delle quali rimangono i due pilastri che sorreggono la trave centrale.
La decorazione del soffitto e delle pareti è realizzata in stucco a rilevo con motivi floreali, conchiglie, cornici modanate e cornicioni con foglie di acanto.
Le cornici delle pareti sono circondate da finti tendaggi, sempre in stucco, che contenevano quadri ora non più in loco.
Il restauro ha permesso la ricostruzione di una delle due volte, gravemente danneggiata, permettendo così di ricostituire l’uniformità dell’ambiente.
SALA DELLA MUSICA
Il piccolo ambiente è caratterizzato dalla balconata di collegamento dedicata ai musicisti e da decorazioni murali in finto stucco.
La pavimentazione lignea è realizzata con rettangoli in mogano, quadrati in acacia e fasce in noce.
SALA DA PRANZO
La sala da pranzo ha dimensioni ampie, il soffitto presenta una decorazione dipinta i cui rilievi sono realizzati con pastiglie di stucco dorato.
Alle pareti si potevano ammirare tappezzerie in seta damascata verde, decorate con una fantasia floreale stilizzata realizzata con passamanerie di seta giallo paglierino.
Oggi, all’interno della sala rimangono solo gli arredi fissi: le due consolles in legno intagliato con specchiere decorate da conchiglie a rilievo.
Le specchiere della parete sud si alzavano permettendo il collegamento con l’ambiente retrostante che fungeva da passavivande. Sopra quella centrale predomina lo stemma con il motto “con limpidezza” della famiglia d’Adda.